7. Lo Stile come espressione dello spirito di un'epoca.
Le seguenti parole, scritte su una grande parete bianca, introducono alla mostra della Sala Coerenza:
"queste favole dimostrano attraverso la storia, la coerenza fra l'ambiente spirituale e la corrispondente produzione dell'UOMO. Le statue esaltano nella loro identità, l'UOMO quale termine fisso nella relazione fra il mondo dello spirito e quello delle opere".
Dalla pubblicazione che accompagnava la mostra sono stati tratti i seguenti passi:
" (. . .) Bisogna assolutamente collegare il fenomeno dell'arte alla sostanza della cultura, alla civiltà di cui ogni epoca ha saputo imposessarsi e dare all'arte la responsabilità che le spetta, non solo come interprete, ma, ancor più, come formatrice delle posizioni morali della civiltà. Considerati da questo punto di vista, gli stili debbono sottostare a due giudizi: l'uno che li consacri nel púro campo dell'estetica (caro agli idealisti), come perfetti in sé stessi (cioè, anzi, perfetti in esso), l'altro che li consideri per rispetto alla realtà morale e alla fede che in essa sostiene e guida l'umanità. Così facendo non si nega naturalmente il valore reale degli stili e delle opere d'arte del passato, che sono coerenti alla coscienza morale delle epoche nelle quali nacquero, si vuole solo far intendere che, come nel campo fisico essi non servono più ai nostri bisogni pratici, così, nel campo spirituale essi non rispondono più all'imperativo della nostra coscienza. (.. .)
(. . .) Bisogna che il pubblico si abitui a dei ragionamenti analogici tra l'estetica e la morale, affmchè, comprendendo il profondo legame che gli atti morali hanno con le manifestazioni estetiche, possa liberare lo spirito dalla schiavitù di certe forme per tendere liberamente a quelle nuove forme, che, con maggiore sincerità, rappresentano le attuali aspirazioni degli uomini. (...) "
Percorrendo le diverse epoche con le opere emblematiche della loro cultura e della relativa espressione artistica, dagli Egei, gli Elleni, gli Etruschi ecc, ai Neoclassici, i Romantici e gli Impressionisti, gli autori approdano alle considerazioni sulle nuove condizioni inerenti alla vita Moderna, in cui l'arte assumerà nuovi compiti e responsabilità.